venerdì 3 agosto 2012

L'arte segreta della pialla da falegname

L'uso della pialla da falegname comprende tre stadi: la sgrossatura, la levigatura intermedia e quella fine.
Nel piallare di grosso il corpo viene mantenuto fermo, l'addome irrigidito, le anche messe nella giusta posizione, si mette forza uguale nelle due mani e si procede. 
In breve, si mette forza in tutto il corpo senza potersi rilassare; non si può piallare di grosso se non con forza.
In seguito si esegue una piallatura intermedia: stavolta non si deve usare tutta la forza; il tocco naturale delle mani aumenta e diminuisce la pressione, questo livello è una preparazione per quello successivo. Se però la continuità tra sgrossatura e la piallatura intermedia viene interrotta dalla mancanza di concentrazione, il lavoro non potrà essere eseguito ad arte.
Dalla piallatura intermedia si passa a quella di fino; qui si lisciano le irregolarità lasciate dagli stadi precedenti.
Se si sta lavorando su un pilastro, si deve andare da cima a fondo, con un unico movimento della pialla. Andando da cima a fondo, è fondamentale mantenere il cuore in perfetto ordine.
Se il cuore non è in ordine, compariranno varie irregolarità e il lavoro non potrà essere condotto a buon fine.
Il segreto è il giusto controllo.
Mente, corpo e tecnica devono funzionare assieme nello stesso modo. "Mente, corpo e tecnica" corrispondono a "pialla, carpentiere e pilastro". Se si pensa che sia il carpentiere a piallare, a che serve la pialla? Se si pensa che sia la pialla a piallare, a che serve il pilastro? Mente, corpo e tecnica funzionano assieme in modo simile a quello di pialla, carpentiere e pilastro; se non si capisce questa interdipendenza non si sarà in grado di fare un bel pilastro per quanto ci si eserciti con la pialla.
Per fare un bel pilastro, bisogna cominciare con lo sgrossare. Una volta padroneggiato questo stadio, si potranno padroneggiare gli altri due.
La piallatura di fino è la "tecnica segreta". Questa tecnica segreta non è niente di speciale; alla fine si dimenticano mente, corpo e tecnica e si procede senza intoppi fino a completare il lavoro.
Non pensare più a finire la lisciatura e non parlare più di tecnica o di altro è uno stato d'essere meraviglioso.
E' inutile chiedere come si possa raggiungere questo stato - la lisciatura di fino si può imparare da soli; non si può mai ottenere da un altro.

Yamaoka Tesshu, Aprile 1884



Ci sono ancora molte cose "oscure", per il sottoscritto, dentro questo breve insegnamento di Tesshu.
Ma di certo, alcuni degli aspetti che egli descrive rispecchiano perfettamente quello che è il mio stato d'animo attuale. Come insegnante, come Budoka, come essere umano.
E tali aspetti "risuonano" ancora più forte, ogni qual volta mi ritrovi ad un bivio, che sia questo un piccolissimo viaggio, come quello che sto per intraprendere, o qualcosa di davvero determinante per il mio futuro.
Ed è qui che mi fermo, appunto, a chiedermi dove io sia, veramente.
Tra non molto tempo, forse, dovrò sostenere l'ultimo esame per il passaggio di grado, che nella federazione di cui faccio parte è il IV Dan.
L'ultima occasione di essere esaminato da una commissione nazionale di alti gradi della disciplina, l'ultima occasione formale, di dimostrare quello che è il mio Aikido, la mia espressione di tale Arte, che cosa ho veramente capito io. Qualcosa di mio, meglio, qualcosa di me, qualcosa che sia io.
Ed è arduo, scegliere di non scendere a compromesso alcuno.

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